“Papà, papà!”
Ecco, sento il richiamo che arriva dall’altro lato dell’appartamento mentre sto spadellando in cucina.
Una mano impegnata a mescolare quello che a breve diventerà il nostro pranzo e l’altra occupata a reggere il boccale di birra che non aveva altro che il compito di accompagnare il lavoro domestico.
Insomma, il mio aperitivo.
“Papà, papà! Devi subito venire a sentire questo pezzo, corri!”
E che sarà mai? Mi domando.
Cerco quindi di sbrigare rapidamente le ultime pratiche ai fornelli e corro a sedermi sul divano, davanti allo schermo, come richiesto dai miei piccoli complici.
“Questa canzone è fantastica!” mi ripetono di nuovo loro in coro mentre sono intenti nel preparare tutto il necessario: video, telecomando, schermo.
Decido, ovviamente, di dargli credito. Non tanto perché abbiano gusti musicali particolarmente raffinati, considerata anche la loro tenera età, quanto perché devo accelerare i movimenti per poter stare nei tempi della cottura.
“Sentilo bene, papone! Si intitola: CAROTE”.
Mi dico: beh, tutto un programma.
Start.
Chi si presenta di fronte a me è un pischello che a sua volta si sta presentando davanti ai ben più famosi giudici di “X FACTOR”.
Carote, carote
Solo carote
Le regalo a mio nipote diventano banconote
La ascolto con una certa attenzione anche perché i “miei due” iniziano subito a ballare a tempo ed a cantare. Io non so che fare. Più scorrono le immagini e le parole più mi vengono inevitabilmente in mente tutti i cantautori che hanno cresciuto la mia di infanzia e adolescenza: i vari De Andrè, Guccini, De Gregori.
Le scuote, le percuote
Cellula eucariote
Mica frigoriferi
Parliamo di carote
D’istinto e come reazione inizio a sotterrare il loro protagonista sul palco.
Tuono: “È stonato. Fuori tempo. Banale.” Insomma, le peggiori cose che mi vengono in testa.
Il pischello continua nella “performance”.
Arancione, minestrone
Ara-arancione mine-mine-minestrone
La mia devozione solo alle carote
Arrivo nella galleria e investo un sacerdote
Termina.
Ed io dopo aver visto e sentito la reazione (o meglio chiamarla insurrezione nei miei confronti) osservo il finale del video messo in onda e, devo ammetterlo, un po’ sbalordito, vedo giudici e pubblico in piedi.
Entusiasmo. Entusiasmo alle stelle.
Trovo tutto assolutamente assurdo.
Ma come è possibile una reazione così sproporzionata dopo una prestazione ed un testo superficiali?
Quindi tolgo il disturbo e torno a spadellare. Che è meglio.
Carote, carote
Solo carote
Le regalo a mio nipote diventano banconote
Le scuote, le percuote
Cellula eucariote
Mica frigoriferi parliamo di carote
Passano alcuni giorni e il mio subconscio mi porta a fare un’indigestione di Battiato, ma non solo. I vecchi singoli di Vasco Rossi o i cd dei cantautori di nuova generazione. Quelli che più amo: Silvestri, Fabi, Moro. Sto male.
Continua la mia reazione ostinata e contraria alle carote. Ed, allargandomi, anche a tutti gli ortaggi di mia conoscenza. Cambio alimentazione. Inizio a strafogarmi di tutto basta che non ci siano dentro quelle cose lì.. di quel colore lì.. insomma: color carota.
Inizio a vederle dappertutto.
Deposito pure la mia chitarra in cantina. Questo mondo evidentemente non è più il mio mondo.
Carote. Carote. Solo carote.
Poi la notizia che, ovviamente, mi riportano pochi giorni dopo i miei ragazzi:
“Papà, quello di carote è stato eliminato! Hanno detto che nell’ultima esibizione ha stonato.” Già. E questo dopo avergli fatto superare un paio di turni con pezzi.. stile il primo. Tanto per intenderci.
Eliminato.
…. ecco!
… io poi, si sa, inizio subito a parteggiare per i perdenti.
Possibile che non si fossero accorti che era stonato sin dalla prima audizione? D’altronde lo si era capito fin da quando aveva parcheggiato il motorino fuori dall’auditorium… (va beh, questa l’ho capita solo io).
Ah.. Ma allora “caro il mio autore di carote..” forse sei stato un po’.. diciamo usato..? Giusto per fare l’audience iniziale..?
Cominci pure a starmi simpatico adesso!
Come se non si sapesse in giro che io parteggio per chi viene “usato”.
Allora, sai cosa ti dico?
Ti dedico questo articolo, per quanto può valere.
Onore al tuo coraggio. Perché tu lo sai bene che non sei un cantante.
Mi auguro allora tu possa diventare un “provocatore”.. a meno che tu non lo sia già e che tu ci abbia già fregato in partenza. Allora, a quel punto, chapeau!
Questo blog tiferà d’ora in poi per te. Ed un po’ meno per chi ci ha giocato sopra..
Vedi il mio nome? Diventi omozigote
Cosa sei? Che ne sai?
Vedo solo carote
Le rime con “ote” sono finite
Quindi… ehm… armadio
Buon viaggio,
con le carote in una valigia e un bel biglietto verso la provocazione!