Ciao papà,
non avrei voluto mai scriverti ma gli eventi e le circostanze mi spingono a farlo.
Non ti preoccupare non è accaduto nulla di grave. O per lo meno nulla di irreparabile.
Mmmm.. forse non ti è piaciuto l’inizio un po’ informale di questa lettera, vero? Hai ragione ma non ho trovato parole migliori di queste. Ammetto di essere un po’ agitato mentre vado a pigiare i miei polpastrelli su questi tasti consumati ma il momento è questo. Ora o mai più.
Da mesi mi chiedo: scrivo o non scrivo? Parlo o non parlo (di te)? Condivido o non condivido, anche con dei perfetti sconosciuti, questi miei pensieri?
Eccomi! A nudo! Come è giusto che sia..
Vuoi la verità nient’altro che la verità?
Allora partiamo subito da una piccola ma importante premessa che voglio condividere con te e con chi sta leggendo:
LA TEORIA DELL’ELABORAZIONE DEL LUTTO è una puttanata pazzesca!
Passati circa 240 giorni dal nostro addio avrei dovuto ripercorrere tutte queste fasi:
1) Shock
2) Negazione
3) Rabbia
4) Paura e depressione
5) Tristezza
6) Nuovi punti di vista (nuovi punti di vista?)
7) Lasciare andare
8) Intraprendere una nuova strada
9.. 10.. 11.. li aggiungo io con dedica speciale a chi ha messo in piedi tutta questa bella elaborazione.. ed è semplicemente un bel vaffanculo!
Amen
Se ti penso (e ti penso, dio quanto ti penso.. credimi) sono solo lacrime.
Altro che shock. Altro che negazione. Altro che paura e depressione. Altro che..
Se ci penso sono solo lacrime.
Non ti garba quello che sto dicendo? Allora rispondi: cosa dovrei fare, non pensarti più? Scordatelo!
Non esiste.
Non so cosa dirti, mi spiace molto.
Anzi, una cosa da dirti l’avrei.
Di più.
Lancio un appello!
Di più.
Promuovo una petizione!
Io raccolgo tutte le firme, mi metto lì con un banchetto in piazza o le raccolgo sui “social” richiamando tutti coloro che la pensano più o meno come la penso io. Poi ti giro tutto, eh!. Tu devi solo pensare ad inoltrare il tutto a chi di dovere. Lassù!
Il testo della petizione lo sto ancora perfezionando, non ti preoccupare, ma più o meno fa così:
“esigo che ogni cazzo di mese tu possa tornare QUI almeno per un’ora. Un’ora tutta per me.”
Va bene, ho capito, tolgo la parolaccia ma il senso credimi è proprio questo.
Ogni firmatario potrà scegliere, tra le tante, la persona che desidera rivedere.
Tu sei la mia.
Il mio equilibrio.
Amen
Organizziamo un breefing mensile, papà!
Un incontro.
Una riunione.
Insomma al nome ci penseremo. Su.. è un dettaglio.. una formalità!
E qualche giorno prima noi si prepara pure l’“odg”.. insomma, per intenderci, l’ordine del giorno.
Si fa il punto della situazione.
Perché? Perché ho bisogno di farlo e solo con te riuscirei a farlo come dico io.
Perché tu ascoltavi. Perché sorridevi quando stavo per inventarmene una nuova. Ti commuovevi quando qualcosa di difficile stava capitando nella mia vita.
Di cosa ti parlerei in quest’ora tutta nostra?
Ti parlerei dei compromessi che odio. Ti confiderei la stanchezza che sento. Ti racconterei tutti quei cazzo di sogni che continuo a tenere nel cassetto.. tanto che ho più scaffali io a casa che l’Ikea in esposizione.
Ti parlerei di quando non prendo sono la notte. Del desiderio di ricevere un abbraccio prima di addormentarmi. Della necessità di sentire nel momento peggiore qualcuno che sappia rassicurarmi. Qualcuno che in quei momenti lì.. mi dica che andrà tutto bene.
Manchi.
Cazzo se manchi!
Amen
Qualcuno tempo fa mi ha dato questo consiglio: “pensalo e lui verrà di notte nei tuoi sogni”.
Ebbene è capitato, una sola volta, pochi giorni fa.
Ho chiuso gli occhi, non a sufficienza evidentemente visto che una lacrima è riuscita ad uscire lo stesso, e rannicchiato nel letto sotto le coperte, ti ho cercato. Ti ho chiamato. Ti ho chiesto di venire in sogno, certo che tanto io non me li ricordo mai, e di poterti vedere-toccare-sentire.
Ed è successo.. sei arrivato.. ma nemmeno la migliore delle maghe sarebbe in grado di interpretare ciò che è accaduto. Eri silenzioso (non che tu fossi particolarmente loquace quando eri qui con noi, eh!). Assolutamente silenzioso. Tanto che mi sono svegliato ancor più triste di quando mi aveva preceduto quell’ultima lacrima.
Dove sta la soluzione? Dove sta il segreto? Dove tengono nascosto l’antidoto a questa tristezza che ci piove addosso quando qualcuno se ne va per sempre?
Io che ho sempre avuto un’attrazione fatale per i “per sempre”: odio questo!
Amen
Ciao papà,
ora do un occhio alle firme raccolte.
Se sono tante.. te le porto io di persona.
Avvisa chi di dovere.